fweb.GIF
:: A PROPOSITO DI

 »  Home
 »  MENU
 »  Mi presento
 »  In Primo Piano
 »  Le Notizie
 »  A Proposito di
 »  Links
 »  Scrivimi
 »  Grottaferrata
 
Europa Quotidiano
 
« vai alla lista

Il taglio del cuneo fiscale cambia volto alle pensioni...
di EDOARDO CINTOLESI e SERGIO LOMBARDI - Articolo pubblicato su Il Tempo del 5 giugno 2006

... Ma oltre alla proposta dell’attuale presidente del Consiglio di Indirizzo e di Vigilanza dell’Inail, di dirottare i 7 miliardi di euro frutto dell’avanzo...

Per trovare le risorse, potrebbe scattare l’aumento dei contributi a carico dei lavoratori autonomi.
Il ministro del Tesoro Padoa Schioppa alle prese con la riduzione delle imposte a carico dei dipendenti


Nel già misterioso linguaggio del Fisco e dell'economia è recentemente apparso un nuovo termine: «il cuneo». Ma cos'è il cuneo contributivo (o fiscale)? È la differenza tra l'onere del costo del lavoro e il reddito effettivo percepito dal lavoratore: in pratica è il delta tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore. Il restante importo (trattenute) viene infatti versato al Fisco e agli Enti di previdenza.
Ogni lavoratore è in grado di quantificare la propria retribuzione netta, ma non il proprio «cuneo», né distinguerlo nella componente contributiva e in quella fiscale.
L’Ocse, nel rapporto 2005 sul prelievo fiscale e sui salari, ha calcolato che in Italia il cuneo fiscale si attesta al 45,40% (al 7° posto tra i Paesi Ocse, cioé quelli più industrializzati), contro una media Ocse del 37,28%. Si parla molto di riduzione del cuneo contributivo, ma la riduzione dei contributi previdenziali e assistenziali (e di conseguenza del cuneo contributivo), oltre a comportare problemi di copertura a carico del bilancio dello Stato, deve avvenire senza pregiudicare le future prestazioni previdenziali riguardanti i lavoratori oggetto della decontribuzione.
Secondo recenti ricerche, l’onere per la finanza pubblica di una riduzione generalizzata della contribuzione previdenziale sul lavoro dipendente vale da 1,2 a 1,7 miliardi di euro all’anno per ogni punto percentuale.
Ma oltre alla proposta dell’attuale Presidente del Consiglio di Indirizzo e di Vigilanza dell’Inail, di dirottare i 7 miliardi di euro frutto dell’avanzo di gestione dell’Inail a favore del taglio del cuneo contributivo, occorrerebbe individuare delle risorse che coprano strutturalmente e a lungo termine tale taglio.
Per ora, gli addetti ai lavori hanno provato a individuare solo come coprire. È stata per esempio prospettata una riduzione (o abolizione) dei cosiddetti «oneri impropri». Cioè i contributi per la disoccupazione, maternità e per la malattia, insieme a quelli per la Cuaf (assegni familiari).
Secondo esponenti dell'attuale maggioranza, che ha proposto nel programma di governo una riduzione pari a cinque punti percentuali (l’impatto economico è stimabile da 6 a 8,5 miliardi di euro all’anno), le risorse andranno reperite in parte attraverso la modifica del sistema degli incentivi alle imprese, in parte con la revisione delle aliquote contributive ai parasubordinati, e per una parte (2 miliardi di euro) dalla rimodulazione della tassazione delle rendite finanziarie. L'aumento dei contributi previdenziali di parasubordinati e autonomi, in associazione con una riduzione apprezzabile del costo del lavoro dipendente, indurrebbe un tendenziale riequilibrio tra dipendenti e parasubordinati, contribuirebbe alla copertura della riduzione stessa e affronterebbe il problema del basso trattamento pensionistico.
Lo sgravio contributivo sul lavoro dipendente dovrebbe essere ripartito tra le imprese e i lavoratori. Con una riduzione di 5 punti, ripartita per 2/3 alle imprese e per 1/3 ai dipendenti, si avrebbe a regime un incremento medio lordo annuo in busta paga di 600 euro, pari a circa 400 euro netti.
Il beneficio lordo per l'impresa sarebbe in media intorno a 1.200 euro per ogni occupato.


 
top 

 
.
.
AIFOS
.
www.guerisoli.it | info@guerisoli.it by GiEsseA