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Ipsema, aumentano le donne skipper
L’Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema) partecipa anche nel 2009 alla regata della Barcolana per sottolineare l’importanza della conoscenza della sicurezza in mare...

La nautica da diporto, lo sviluppo della tutela del lavoro e delle garanzie sociali. È questo il titolo del convegno che l’Ipsema ha organizzato a Trieste, in occasione dell’edizione 2009 della Barcolana.

L’incontro si terrà nel pomeriggio di venerdì prossimo presso la sala Vulcania 2 della Stazione marittima al Molo Bersaglieri. I lavori saranno introdotti da Maria Gabriella Grasso, direttore compartimentale della sede triestina dell’Istituto di previdenza dei marittimi, e poi ci saranno le relazioni del commissario straordinario dell’Ente Antonio Parlato, del presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza Giovanni Guerisoli e del direttore generale dell’Ipsema Palmira Petrocelli. Le conclusioni saranno tratte da Silvano Moffa, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio.

L’Istituto di previdenza per il settore marittimo è dal 2005 che partecipa alla regata triestina della Barcolana per sottolineare l’importanza della conoscenza della sicurezza in mare che è strettamente dipendente dalla corretta navigazione da diporto. La sicurezza della nautica da diporto, infatti, significa sicurezza del diportista, del personale navigante e dei passeggeri. Anche quest’anno l’Ipsema parteciperà alla regata storica della Barcolana, in calendario domenica 11 ottobre, con una barca e un suo equipaggio, non a fini competitivi ma per testimoniare l’impegno dell’Istituto in materia di diporto.

Il 2009 è però anche l’occasione per proporre una riflessione sul diporto come realtà economica che promuove da un lato occupazione e dall’altro deve preoccuparsi dell’esistenza delle effettive garanzie sociali di chi è già presta servizio nelle numerose imprese che praticano attività di diporto.

L’Ipsema assicura complessivamente circa 100 mila addetti che esplicano la loro attività, con contratti prevalentemente a tempo determinato, presso circa 6.500 imprese marittime, articolate nelle diverse categorie: passeggeri, carico, rimorchiatori e naviglio ausiliario, diporto e pescherecci.

La categoria del diporto, compreso il diporto a noleggio iscritto nel Registro internazionale, incide sul totale delle navi assicurate con l’Istituto per circa il 19 per cento, essa è cresciuta sensibilmente negli anni facendo registrare un incremento costante.

Negli ultimi sette anni, dal 2002 ad oggi, nel portafoglio Ipsema si è registrato un incremento del 90 per cento di navi assicurate. Allo stesso positivo andamento del numero delle navi assicurate corrisponde anche un altrettanto significativo aumento dei posti di lavoro assicurati.

Nello stesso arco di tempo, gli ultimi sei anni, l’incremento complessivo dei marittimi assicurati nella categoria naviglio da diporto è stato di ben il 65 per cento. Ciò nonostante il diporto, rappresenta una quota di portafoglio complessivo nettamente inferiore rispetto a quella costituita dalle unità assicurate, a causa delle dimensioni molto ridotte degli equipaggi.

Con l’Ipsema risultavano assicurate per l’anno passato circa 1.250 imbarcazioni destinate alla nautica da diporto che hanno impiegato circa 2.200 lavoratori. Per ciò che riguarda gli incidenti sul lavoro, il rapporto tra il numero complessivo di infortuni avvenuti negli ultimi cinque anni ed i corrispondenti posti di lavoro si traduce in un indice pari a 1,3 per cento, ossia 1,3 infortuni ogni 100 posti di lavoro assicurati.

A fronte di una media negli altri settori marittimi pari a circa il 5 per cento. La maggior parte degli eventi infortunistici, il 78 per cento, è avvenuta in porto a bordo delle imbarcazioni. Con una frequenza nei mesi estivi, tra giugno e settembre il 66 per cento dei casi, nel 26 per cento l’infortunio è accaduto nei servizi di coperta, nel 16 per cento nelle operazioni di ormeggio, disormeggio e rimorchio.

Nel 30 per cento dei casi il marittimo ha subito danni in seguito ad una caduta dall’alto, infortunandosi nel 26 per cento gli arti inferiori. Particolarmente interessante il dato sulle donne che lavorano a bordo di navi da diporto. L’Istituto registra un notevole incremento dell’occupazione femminile.

Gli infortunati infatti sono prevalentemente quarantenni di sesso maschile anche se la quota di infortunate risulta pari al 14 per cento e supera abbondantemente quella rilevata annualmente sul complesso delle categorie di naviglio, pari a circa il 3 per cento.

Aumentano quindi le donne impiegate a bordo di navi utilizzate per il diporto. «Gli elementi di conoscenza – per il presidente Antonio Parlato – che l’istituto sta raccogliendo nel mondo della nautica da diporto, ci convincono della necessità di proseguire nella sensibilizzazione verso il tema della sicurezza della navigazione. La nautica italiana continua oggi ad essere una realtà in sviluppo e contribuisce in modo consistente alla crescita del pil. A fronte di questa crescita però non corrisponde un uguale aumento delle assicurazioni con l’Ipsema, presso il quale esiste l’obbligo di assicurare l’equipaggio imbarcato».

L’Istituto ha firmato infatti un protocollo d’intesa con la guardia di Finanza per collaborare alla tutela delle forme di lavoro da possibili deviazioni per evasioni fiscali e contributive perpetrate da alcuni operatori del settore marittimo.

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