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Pensioni, riforma soft ma coefficienti vanno aggiornati
di Francesca Piscioneri. [Ha contribuito Gavin Jones]

ROMA, 14 marzo (Reuters) - La riforma previdenziale sarà soft perché il sistema è sostanzialmente in equilibrio, ma i coefficienti di trasformazione vanno aggiornati, in linea con quanto prevede la legge Dini del 1995.

E' la linea del ministero del Lavoro, a pochi giorni dall'avvio del confronto fra governo e parti sociali su previdenza, sviluppo e pubblico impiego, fissato per il 22 marzo. I sindacati sono contrari al taglio dei coefficienti, mentre potrebbero trattare su un innalzamento graduale dell'età a patto che non sia obbligatorio.

"Il sistema è in sostanziale equilibrio. La riforma Maroni è stata brusca, ne serve una più soffice", ha detto il ministro del Lavoro Cesare Damiano alla stampa estera, augurandosi di chiudere il confronto con le parti entro l'estate, prima della presentazione della Finanziaria.

La riforma della previdenza in Italia è sollecitata da tutti gli osservatori internazionali per contribuire a tenere sotto controllo la finanza pubblica.

La legge Maroni prevede un innalzamento dell'età pensionabile a 60 anni da 57 a partire dal primo gennaio 2008.

Una ipotesi di trattativa con il sindacato è quella della eliminazione dello scalone secco a favore di un graduale innalzamento dell'età che escluda i lavori usuranti.

Sulla revisione dei coefficienti di trasformazione, il capo della segreteria del ministero del Lavoro, Giovanni Battafarano, ha detto nel pomeriggio che "vanno aggiornati con un criterio politico che tenga conto delle conseguenze che si scaricano sulle pensioni più basse e sui giovani e le carriere discontinue".

Su questo punto Damiano ha fatto ricorso alla consueta cautela, rinviando alla Dini e alla concertazione, ma di fatto non ha escluso l'intervento.

La riforma Dini del 1995 prevede che ogni 10 anni, tenendo conto delle aspettative di vita e dell'andamento dei salari, vadano rivisti i coefficienti di trasformazione, una sorta di moltiplicatore che contribuisce a determinare l'assegno previdenziale.

Di fatto ridurre i coefficienti significa tagliare l'assegno. Il precedente nucleo di valutazione sulla spesa previdenziale aveva proposto un taglio del coefficiente fra il 6 e l'8%.


DA UNIFICAZIONE ENTI PREVIDENZIALI RISPARMI TRA 1 E 2 MLD

Battafarano ha anche parlato del progetto di unificazione, sulla base delle funzioni, degli enti pubblici previdenziali che nelle intenzioni del governo dovrebbe portare risparmi annui per 2 miliardi di euro. Secondo il nucleo di valutazione della spesa previdenziale il risparmio sarà di 1 mliardo all'anno.

"Mettere insieme enti diversi non è saggio: meglio due sistemi differenziati, uno previdenziale e uno assicurativo, perché le missioni sono diverse", ha detto Battafarano precisando che "Superinps non è un termine esatto perché fa riferimento a un ente che assorbe tutti gli altri. Noi proponiamo, invece, il riordino degli enti. Ci sono da un lato quelli previdenziali, Inps, Inpdap, Enpals e Ipost, e dall'altro quelli a carattere assicurativo, Inail e Ipsema".

Il funzionario ha escluso che il riordino degli enti porti al licenziamento di 17.000 dipendenti, richiamando anche su questo lo spirito della concertazione.

L'Inail in particolare si è già detto contrario all'accorpamento difendendo la natura assicurativa dell'ente. Nel corso della trasmissione il direttore generale dell'Inail, Piero Giorgini, ha sottolineato come il "tesoro dell'Inail" "che fa gola a molti, sia stimato in 11 miliardi di euro a fine 2007".

Il governo sostiene di non voler far cassa con l'operazione enti ma di puntare ad un riordino che ne migliori la gestione.




Fonte: © Reuters 2007.





 
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