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CIV IPSEMA: dal settore marittimo emergono indicatori positivi per il superamento della crisi economica
COMUNICATO STAMPA

Approvate all’unanimità oggi dal CIV, Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’IPSEMA, presieduto da Giovanni Guerisoli, Le Linee di indirizzo che impegneranno l’attività dell’Ente per i prossimi quattro anni. Il programma di interventi che precede la pubblicazione dei dati sul bilancio indicanti una buona salute finanziaria dell’Ente, disegna una nuova stagione di proposte per l’Istituto di Previdenza del Settore Marittimo.

Il settore marittimo gode, a differenza degli altri comparti economici, di una sostanziale stabilità sia del mercato che dell’occupazione. Il dato che tranquillizza gli operatori è la tenuta, in un periodo di forte crisi economica, della autoliquidazione, la denuncia contributiva dei premi infortunistici, presentata dalle imprese amatoriali a febbraio e relativa a tutto il 2009 in acconto per il nuovo esercizio.

“Un risultato così significativo come le previsioni dell’autoliquidazione registrate dall’Istituto anche in leggero incremento – ha dichiarato il Presidente del CIV, Giovanni Guerisoli – ci conforta nella nostra convinzione, il comparto marittimo è un settore economico in crescita costante e il nostro compito rimane quello di favorire l’aumento della competitività delle imprese del sistema, sostenendo così anche la crescita dell’occupazione”.

“In un quadro di relativa stabilità economica – ha continuato Guerisoli – il Civ dell’IPSEMA ha voluto con le Linee di Indirizzo 2009-2012 tracciare un percorso per l’Ente che, considerando la specialità della navigazione e la specificità del lavoro marittimo, tuteli il lavoratore dai rischi propri dell’ambiente di lavoro. La nuova legislazione (Dlgs 81/08) del resto, ha definitivamente consacrato il ruolo dell’IPSEMA nell’ambito della salute e sicurezza ed ha attribuito all’Istituto nuove funzioni sulla prevenzione”.

“Le Linee di Indirizzo per i prossimi quattro anni – ha chiarito il Presidente del CIV – individuano anche nella ricerca delle sinergie, un modello organizzativo attraverso il quale ottenere riduzioni dei costi a favore della società civile, delle stesse Amministrazioni, nonché per evitare inutili sovrapposizioni di competenze”.

L’attuazione di progetti sinergici – per Guerisoli – rappresenta l’asse fondamentale per un’ulteriore valorizzazione del ruolo dell’Istituto. Al fine di qualificare e rafforzare l’autonomia e la centralità dell’Ente le sinergie potrebbero essere indirizzate sui fronti dell’informatica, patrimonio immobiliare, consulenze, avvocatura.

Di seguito, una sintesi delle principali linee di azione del CIV per il quadriennio 2009-2012

Perseguire l’obiettivo di mantenimento e miglioramento dei già ottimi livelli qualitativi offerti. Infatti, attraverso l’accorpamento delle tre casse marittime in un unico Ente, l’IPSEMA è riuscito a mantenere e addirittura a rafforzare l’identità e la solidità dell’Istituto che ormai è visto come unico punto di riferimento nel settore.
Predisporre meccanismi organizzativi idonei a far fronte alla quasi certa riduzione delle risorse economiche disponibili, in previsione anche delle conseguenze dei tagli del bilancio dello Stato e delle esigenze di risparmio rappresentate dal legislatore. Tale necessità comporta ulteriori riflessi sulle priorità organizzative in relazione al sostanziale blocco del turn-over nelle Pubbliche Amministrazioni, di cui si prevede la reiterazione nei prossimi anni ed alla riduzione degli assetti organizzativi disposti dal D.L. 25 giugno 2008 n. 112, convertito nella Legge 6 agosto 2008 n. 133.
Ridurre le spese di azione ed incrementare i livelli di efficienza/qualità dei servizi, specialmente sui tempi delle prestazioni: come noto l’utente è sempre più attento al servizio prestato e ai punti di forza che lo contraddistinguono.
Ampliare le attività di prevenzione, in particolare fornendo servizi di consulenza alle aziende sulla sicurezza.
Verificare la possibilità di una prevenzione specializzata per il settore marittimo rivolta anche alle aziende che non abbiano obbligo di assicurazione con l’IPSEMA, con possibili sinergie volte al consolidamento della filiera dei soggetti che concorrono alla tutela prevenzionale, vista l’ottima qualità e l’elevata qualificazione nei servizi sinora erogati.
Realizzare la tutela integrale del lavoratore (prevenzione, cura, riabilitazione).
· Intensificare i rapporti con le strutture sanitarie pubbliche, in particolare con le ASL, in relazione all’implementazione dei propri compiti, dal momento che l’Ente attualmente non svolge funzioni sanitarie. Il D.Lgs. 81/08 ha equiparato le competenze dell’IPSEMA, esclusa la parte sanitaria, a quelle dell’INAIL, con l’ulteriore attribuzione dei compiti sulla riabilitazione. In tale ottica, occorre valorizzare il ruolo nell’agevolazione dei marittimi rispetto alla fruizione dei servizi resi dalle altre amministrazioni pubbliche aventi competenze in materia sanitaria, anche allo scopo di orientare i lavoratori nella fornitura dei servizi sanitari. L’incremento dei compiti di cui al d. lgs. 81/2008 impone all’Istituto l’impegno a migliorare sia la qualità interna che dei servizi resi.

Attuare forme di coordinamento con il SASN, anche attraverso la condivisione delle banche di dati: 1) ai fini della promozione di azioni intese alla studio ed alla prevenzione delle malattie comuni/professionali 2) allo scopo di fornire dati utili al controllo epidemiologico dei lavoratori del settore.
Intensificare i rapporti sinergici con partners pubblici (ad es. Università) per realizzare un canale di scambio dei dati statistici.
Adottare azioni che tendano al raggiungimento di risultati di miglioramento dei livelli di tutela, specialmente per quanto riguarda la sicurezza.
Rendere la rendicontazione sociale uno strumento di maggiore coinvolgimento dei portatori d’interesse.
· Ampliare il ruolo dell’Istituto in relazione alla telemedicina. L’IPSEMA, già nel 2005, aveva segnalato l’importanza del ricorso alla telemedicina come valido strumento per migliorare l’assistenza sanitaria a bordo delle navi, ma anche come strumento prevenzionale. L’Istituto aveva, altresì, sollecitato lo sviluppo di sinergie tra i soggetti deputati alla prevenzione e all’assistenza nel settore marittimo, per una più proficua collaborazione e scambio di dati ed informazioni volta a dar vita a più efficaci politiche di prevenzione, giungendo alla riduzione dei rischi e a tutelare maggiormente la salute e la sicurezza dei lavoratori marittimi. In particolare, l’Ente, valutata la scarsa informazione sulle attività del Centro Internazionale Radio Medico (CIRM), nei cui riguardi le richieste di assistenza (15.000 visite mediche nel 2008), peraltro, sono negli anni in costante e significativo incremento, dovrebbe porsi come promotore della diffusione della conoscenza delle opportunità offerte dalla telemedicina stessa per consentire agli armatori di considerarne la convenienza di ampliamento dell’impiego a bordo delle navi. Infatti, la collaborazione con il CIRM (che svolge a distanza, con elevata specializzazione, funzioni di sorveglianza sanitaria, diagnosi e cura degli utenti a bordo delle navi), potrebbe attuarsi altresì attraverso iniziative di sostegno (anche finanziario). In particolare, la sinergia con il Centro potrebbe essere orientata verso uno scambio di dati, che coinvolga anche il SASN, per giungere ad una mappa delle malattie professionali.

Introdurre meccanismi premiali selettivi a sostegno delle imprese particolarmente virtuose nell’applicazione della normativa, escludendo dai benefici comportamenti reiterati di violazione della legge, con l’auspicio che l’adozione di tali provvedimenti nell’ambito dei decreti attuativi di settore si realizzi con il pieno consenso delle parti sociali.
Rispettare le esigenze di risparmio del legislatore attuando sinergie nell’ambito dei poli salute e sicurezza e previdenza e ridurre i costi dell’azione, attraverso le sinergie stesse, allo scopo di contribuire alla definizione delle risorse essenziali per evitare l’incremento delle aliquote contributive previste dalla Legge 247/2007.
Rivolgere attenzione al fenomeno dell’evasione contributiva. In particolare, sul piano esterno, occorre intensificare i controlli in quei settori del comparto interessati dal fenomeno in questione (ad esempio il diporto).
Con riferimento all’ormai annosa questione dell’esposizione dei lavoratori marittimi al rischio amianto, il CIV, nelle more della determinazione delle linee guida necessarie per procedere al completamento dell’istruttoria delle pratiche, ha assunto l’impegno di riproporre, in considerazione delle difficoltà di adattamento della normativa generale al settore, nelle competenti sedi istituzionali, la richiesta di sostituzione del curriculum lavorativo con il libretto matricolare per quanto concerne la relativa attestazione, invitando, nel frattempo, gli Organi gestionali a non rigettare le domande, presentate nel numero di quasi trentamila. Si ritiene, dunque, ormai esigenza essenziale ed adempimento improcrastinabile che l’Amministrazione centrale fornisca agli Uffici, ai fini della conclusione del procedimento, i criteri per procedere all’essenziale accertamento tecnico.
Su tale materia, peraltro, l’Istituto ha ricevuto recentemente l’assegnazione di una nuova competenza in ragione dell’art. 1, commi 241-246, della Legge 28 dicembre 2007, n. 244, istitutiva del Fondo per le vittime dell’amianto, in favore di tutti i lavoratori che abbiano contratto patologie asbesto-correlate per l’esposizione all’amianto e alla “fiberfrax” e, in caso di premorte, in favore degli eredi.

La costituzione del Fondo è finalizzata alla corresponsione di ulteriori prestazioni economiche, fermi restando i diritti previsti dalle normative generali e di specie.

Roma, 24 luglio 2009





Fonte: Ipsema

 
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