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RASSEGNA STAMPA - Patrimonio Inail: assalto al tesoro da 6,8 miliardi di euro; ma l'Anmil non ci sta

Sono molti i titolari di dicasteri del governo Berlusconi II che vorrebbero utilizzare il patrimonio dell'Inail, stimato in 6,8 miliardi di euro.
Dopo il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maroni, ed il Ministro delle politiche agricole, Alemanno, adesso è il turno del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Lunardi, che sta pensando anche lui a come attingere ai fondi dell'Istituto previdenziale per finalità attinenti il proprio mandato, in primo luogo il rifinanziamento delle "grandi opere".
L'intenzione è esplicitata in un articolato destinato a finire nel calderone della "competitività", attualmente allo stadio di bozza, che stanno mettendo a punto i tecnici dell'ufficio legislativo del Ministro Lunardi, d'intesa con l'immancabile Siniscalco, Ministro dell'economia e delle finanze.
Con il titolo "potenziamento della rete infrastrutturale" e "rifinanziamento della legge obiettivo", la norma in fase di predisposizione afferma che "gli investimenti immobiliari degli enti previdenziali pubblici di cui all'articolo 11, comma 4 del decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104, sono destinati anche ad infrastrutture con redditività non inferiore".
La norma cui si fa riferimento è stata originariamente emanata nel 1996 in attuazione della delega conferita dall'articolo 3, comma 27, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in materia di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici e di investimenti degli stessi in campo immobiliare.
Essa detta, tra l'altro, la percentuale che l'Inail deve destinare ad investimenti immobiliari, che il Ministro Lunardi intende estendere anche alle infrastrutture (si pensa all'autostrada Salerno-Reggio Calabria o al ponte sullo stretto di Messina).
Nel caso dell'Inail, il patrimonio immobiliare posseduto dall'Ente raggiunge già i 3,8 miliardi di euro di valore, cui sono da aggiungere altri 3 miliardi di risorse mobiliari depositate sotto forma infruttifera in un conto corrente presso la tesoreria del Dipartimento della ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze.
L'Inail, in pratica, possiede un vero e proprio tesoro, di quasi sette miliardi di euro, che ha accumulato negli anni, attraverso la gestione della sua attività di assicuratore pubblico.
Nel solo 2004, l'Istituto ha generato un avanzo gestionale di 1,5 miliardi di euro, che, per la norma citata, deve essere destinato in misura del 55% ad investimenti immobiliari e per il 45% in investimenti mobiliari, i cui titoli devono però essere sempre depositati sul conto infruttifero sopra detto.
I patrimoni degli enti previdenziali sono da tempo oggetto di attenzione, vista la disperata ricerca di risorse finanziarie necessarie a soddisfare le molteplici esigenze d'investimento, che il Governo Berlusconi II ha attivato ed intende attivare nel tentativo di rilanciare l'economia, senza alterare gli equibri di contabilità pubblica imposti dal trattato di Maastricht.
Un primo passo in questa direzione è stato fatto con la finanziaria 2005, che ha modificato la destinazione degli investimenti immobiliari, fino ad ora circoscrivibile ai settori scolastico, sanitario o militare, con una più generica "finalità pubblica".
E sotto il cappello della "finalità pubblica" si possono far rientrare varie tipologie d'investimento.
Ora l'approccio è più radicale e riguarda direttamente l'utilizzo del patrimonio Inail nel suo complesso, senza andare troppo per il sottile nella distinzione tra mobiliare, immobiliare ed "avanzo primario" (così si chiama l'avanzo di bilancio che si realizza anno per anno prima che sia "investito" e portato "a patrimonio").
Il Ministro Maroni vorrebbe utilizzare questi fondi per sostenere la competitività delle imprese attraverso un meccanismo di sconto sui premi che queste pagano all'Istituto, che dovrebbe premiare chi investe in sicurezza e prevenzione degli infortuni, ma che potrebbe anche non escludere le imprese che fanno progetti di innovazione e ricerca.
Il Ministro Alemanno ha avanzato di recente la proposta di utilizzare le risorse degli enti previdenziali per sostenere interventi di politica industriale del governo.
Al termine della consulta economica del suo partito, il Ministro ha citato proprio "l'Inail, che detiene 3 miliardi di risorse che possono essere movimentate a favore di investimenti".
Una cosa è certa: il provvedimento sulla competitività punta dritto al patrimonio dell'Inail per finanziare i piani del Governo Berlusconi II.
Ma è altrettanto certo che il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inail ed i sindacati e le associazioni di categoria in esso rappresentate, non staranno a guardare, anche perchè l'impoverimento del patrimonio dell'Ente ne minerebbe le basi finanziarie, pregiudicandone la solidità e mettendo in pericolo la funzione pubblica istituzionale, cioè quella di assicurare sempre i fondi per il pagamento delle prestazioni assicurate.
In particolare non ci sta affatto l'Anmil, l'associazione che dal 1943 tutela i mutilati e gli invalidi del lavoro, e che li rappresenta tutti, a norma dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1979, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana 9 maggio 1979, n. 125.
L'Anmil è al primo posto nel contrastare la benchè minima possibilità che siano messe in pericolo le prestazioni spettanti alle vittime del lavoro, anche in considerazione del fatto che la Sezione controllo enti della Corte dei conti con deliberazione 9 marzo 1982, n. 1647, le riconosce tra i fini propri l'attività di rappresentanza e tutela delle categorie, da svolgere anche in vista di garantire - in conformità della previsione legislativa - la continuità della erogazione delle provvidenze agli assistiti con caratteri di completezza ed uniformità.

Fonte - ANMIL NEWS

 
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