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'LABORATORIO GROTTAFERRATA': BORDON RACCONTA PERCHE' LA TRANSIZIONE ITALIANA PUO' PASSARE PER I CASTELLI ROMANI
Articolo pubblicato sul Quotidiano EUROPA del 14 gennaio '05

di (ch. g.)


È solo un esperimento: però, se riesce, forse un giorno si scriverà che il compimento della transizione italiana è passato anche per Grottaferrata.
Per un soffio sopra i quindicimila abitanti, una giunta comunale commissariata dopo che la maggioranza di centrosinistra si è divisa facendo cadere il suo sindaco, questo paese dei Castelli romani che tornerà alle urne nella prossima primavera sarà la sede, il 23 e 24 gennaio prossimi, di qualcosa di assolutamente inedito in Italia: primarie vere per scegliere i candidati sindaci, completamente aperte e non solo – come in Puglia domenica prossima per il candidato presidente della regione e come sarà nel mese di maggio per solennizzare la scelta di Romano Prodi a candidato premier – interne a una coalizione. Ma “totali”, proprio come in America. Ovvio che, non essendoci una legge, il risultato non avrà un valore vincolante. Avrà “solo” (e scusate se è poco), un valore “democratico”: cioè se la partecipazione sarà ampia come ci si aspetta, e se ne usciranno indicazioni chiare, i partiti dovranno prenderne atto o se ne assumeranno la responsabilità.
Ma andiamo in ordine, e spieghiamo perché il “laboratorio Grottaferrata” è stato oggetto ieri mattina nientedimeno che di una conferenza stampa alla camera, presenti Stefano Ceccanti, docente di diritto pubblico comparato alla Sapienza di Roma e il capogruppo della Margherita al senato Willer Bordon. È che Bordon, triestino d’origine e romano per vocazione politica, a Grottaferrata ha scelto di abitare comprandovi, dieci anni fa, quella che chiama con orgoglio «la mia prima casa». Di solito, arrivando in zona Castelli, Bordon con la politica “stacca”. Ma quando, dopo le divisioni che avevano fatto cadere la giunta, ha visto, nell’autunno scorso, che i partiti ricominciavano a litigare sul candidato sindaco, ha deciso di prendere un’iniziativa. E ha dato il via a quello che in poco tempo è diventato un vero comitato promotore, con un centinaio di volontari, che ha fatto avere in questi giorni i “certificati elettorali” a tutti i cittadini.
«Questa non è affatto un’iniziativa contro i partiti – spiega il capogruppo della Margherita – Il fatto è che con l’evoluzione in senso maggioritario del nostro sistema politico si sta determinando una situazione insostenibile: non c’è più la delega in bianco ai partiti, ma la designazione dei candidati è sottratta del tutto alla partecipazione. Non funzionano più i procedimenti di selezione della classe politica dei grandi partiti di massa e ci sono casi, i collegi “blindati”, in cui qualunque candidato viene eletto: questo attenta alla credibilità dei partiti e rende indispensabili le primarie. L’alternativa sarebbe il ritorno delle preferenze e della competizione interna tra candidati della stessa lista». Bordon gioca a carte scoperte: «Considerando anche le percentuali di voto americane, se partecipano in 1000-1500 è un grande risultato, di più è Bingo».
Ed è «molto lieto» che tra i sette competitors ci sia un altro dirigente nazionale “castellano” della Margherita, Giovanni Guerisoli, uno dei segretari confederali storici della Cisl e oggi presidente del comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inail.




 
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