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Stress, depressione ed ansia: i nuovi casi di infortunio sul lavoro
Sellini: "Occorre istituire la figura dello psicologo del lavoro, di Nella Melenzio

Mal di schiena, cefalee e stress, il bilancio infortunistico registra l’aumento di sintomi sanitari legati al lavoro. Alla data di rilevazione ufficiale del 30 aprile 2007, risultano pervenute all’ INAIL complessivamente 927.998 denuncie di infortuni avvenuti nell’anno 2006. Dopo oltre un decennio di applicazione della normativa prevenzionistica, appare quanto mai opportuno implementare gli elementi di tutela dei lavoratori.

La crescita complessiva dei casi di mortalità assume maggior rilievo se si tiene conto che le cause non si limitano solo alla sicurezza dei cantieri, ma riguardano anche aspetti psicologici e relazionali che caratterizzano la vita dei lavoratori.

A questo proposito, l’Aupi, Associazione Unitaria Psicologi Italiani, ritiene indispensabile individuare, definire e combattere quelli che vengono definiti “Rischi Trasversali”, attribuibili all’ organizzazione del lavoro, a fattori psicologici ed ergonomici, alle difficili condizioni di lavoro, oltre che a lavori usuranti.

In particolare, le modalità più flessibili di organizzazione dell’orario di lavoro ed una gestione delle risorse umane più individuale e maggiormente orientata al risultato, hanno un’incidenza profonda sui problemi legati alla salute o più in generale al benessere sui luoghi di lavoro. Si osserva così che le malattie considerate emergenti, quali lo stress, la depressione o l'ansia, nonché la violenza sul posto di lavoro, le molestie e l'intimidazione, rappresentano ben il 18% dei problemi di salute legati al lavoro, un quarto dei quali comporta un'assenza dal lavoro pari o superiore alle due settimane.

“Se si vogliono ridurre drasticamente i rischi collegati al fattore umano, è necessario – propone Mario Sellini, Segretario Generale dell’Aupi - che il Governo, il Ministro del Lavoro ed il Ministro della Salute istituiscano la figura dello psicologo del lavoro: una prevenzione degli infortuni basata solo su aspetti fisici, biologici e strutturali e non su aspetti psicologici, è una prevenzione destinata a fallire”.

Fonte: Abitare a Roma.net

 
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