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Amianto, ancora difficoltà per i marittimi che chiedono i benefici previdenziali

La via crucis dei marittimi per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto non è finita. Non sono stati ancora completamente risolti, infatti, aspetti importanti legati alle problematiche relative all’accertamento, ciononostante la direttiva del Ministero del Lavoro, emanata nel luglio scorso, che avrebbe dovuto chiarire la questione alla base dell’accertamento.

Sulla delicata vicenda ha lanciato un ulteriore appello, il Civ - Consiglio di Indirizzo e Vigilanza - dell’IPSEMA, attraverso un Ordine del Giorno che dà mandato al suo Presidente, Giovanni Guerisoli per avviare un’iniziativa nei confronti del Ministero del Lavoro affinché vengano inviate alle strutture territoriali delle Direzioni Provinciali del Lavoro, le istruzioni operative per procedere alla validazione dell’estratto matricolare o del libretto di navigazione legittimato come curriculum lavorativo, ai fini dell’istruttoria delle domande di riconoscimento dei benefici previdenziali per l’esposizione alle fibre di amianto.

“Il problema – per il Presidente del Civ, Giovanni Guerisoli – non chiarito dal Ministero del Lavoro, è sempre quello relativo al rischio di non poter riuscire a ricostruire la vita lavorativa dei marittimi a causa della difficoltà insita nell’attività: luogo e rapporto di lavoro diversi negli anni, residenza diversa dal compartimento marittimo in cui è iscritta la società armatoriale, demolizione della nave, cambio bandiera ecc”. “Si prefigura un paradosso – rivela Guerisoli – se non si interviene per chiarire il ruolo attribuito alle Direzioni Provinciali del Lavoro, comprese le regioni a statuto speciale, che in qualche caso, vedi la Sicilia si rifiutano di collaborare, si può dare il caso che il riconoscimento possa essere più facilmente ottenibile per marittimi che abbiano svolto la loro attività presso un’impresa smessa che per coloro che hanno lavorato a bordo di imprese tuttora attive, sempreché il marittimo non abbia lavorato per alcuni periodi su navi battenti bandiere straniere”.

“Ad oggi – ha continuato il Presidente del CIV dell’IPSEMA, - sono circa 30.000 le domande censite dall’Istituto. L’Ente ha ormai ultimato gli studi sull’esposizione all’amianto nel settore marittimo, sulla cui base sono in corso di elaborazione le linee guida per l’accertamento tecnico e risulta quindi necessario completare l’istruttoria delle domande di riconoscimento dei benefici previdenziali presentate”. “La nostra maggiore preoccupazione – ha concluso Guerisoli – è che le difficoltà interpretative poste dalla normativa vigente attraverso la via burocratica, di per sé maggiormente tortuosa, non comporti effetti dilatori rispetto alle esigenze di conclusione dell’iter dei procedimenti in corso. Difficoltà interpretative che impediscono di fatto di poter dare una risposta concreta alle attese dell'utenza marittima. Se il quadro normativo dovesse rimanere invariato, l'Istituto si troverebbe in forte difficoltà per l’incremento esponenziale del contenzioso, e sarebbe costretto a declinare qualsiasi responsabilità, nonostante le aspettative dei marittimi che quotidianamente reclamano il rilascio della certificazione”.

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