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Newsletter Anno X n. 3 del 20 gennaio 2009
Ultime dal Governo

Antipirateria, un Comitato senza intento repressivo

Sono stimati oltre 5 miliardi di euro - di cui un paio derivano dalla violazione del diritto d'autore - i costi sopportati dal nostro sistema economico per i danni conseguenti alla contraffazione e alla pirateria. Per affrontare il problema e cercare soluzioni che non debbono necessariamente essere legislative si è insediato a Palazzo Chigi il 14 gennaio scorso il Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale. Tra i compiti del Comitato sono previsti il coordinamento delle azioni per il contrasto del fenomeno, lo studio e la predisposizione di proposte normative e l'analisi e l'individuazione di iniziative non normative comprendenti anche la stipula di appositi codici di condotta e di autoregolamentazione. Il comitato è stato istituito su richiesta del ministero dei Beni e delle attività culturali, tenuto conto che il coordinamento, anche a livello internazionale, delle funzioni di contrasto delle attività illecite lesive della proprietà intellettuale sono esercitate d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le linee guida del lavoro sono state illustrate dal ministro Bondi, che ha affermato come "si debba procedere lungo due direttrici, una è la direzione della campagna di sensibilizzazione sull'argomento, che può dare frutti importanti come dimostrato dalle esperienze di altri paesi, l'altra è la linea della collaborazione tra tutti i soggetti interessati, che sarà realizzata anche attraverso l'impegno e il lavoro di questo comitato". Sia il sottosegretario all'editoria, Paolo Bonaiuti, sia il segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Masi, hanno ribadito, nel corso della conferenza stampa del Comitato, che non c'è - da parte del governo - alcun intento repressivo ma l'interesse di bilanciare le due esigenze espresse dalla tutela degli autori da una parte e dalla libertà di fruibilità di tali opere.
Dossier "Comitato antipirateria "

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Continua l'impegno del governo nel settore del turismo

Continua l'impegno del governo italiano nella scommessa sul turismo come volano del rilancio del "marchio Italia" per la costruzione di una posizione di primo piano a livello internazionale dell'intero "Sistema Italia". Con il protocollo a sostegno del comparto turistico italiano, firmato il 14 gennaio scorso a Palazzo Chigi dal Ministro degli Affari Esteri e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, la collaborazione delle amministrazioni si estende, perseguendo l'efficacia delle strategie congiunte. Dopo la firma del protocollo turismo - commercio estero dell'8 gennaio, gli obiettivi di questo nuovo accordo definiscono una linea operativa comune per promuovere l'Italia come destinazione turistica, valorizzando la rete diplomatico-consolare-culturale. Fra i primi sviluppi concreti del Protocollo vi è la missione di filiera organizzata congiuntamente dal Dipartimento Turismo e dalla Farnesina, che porterà, dal 2 al 5 febbraio prossimi, gli operatori italiani, guidati dal Sottosegretario Brambilla, nei Paesi del Golfo. Fra gli strumenti previsti dal Protocollo vi è l'organizzazione di manifestazioni turistiche in parallelo alle iniziative promozionali (eventi, fiere, missioni) riguardanti i comparti del Made in Italy che meglio evocano lo "stile di vita italiano", quali l'enogastronomia, i prodotti di lusso, il design o la moda. Le sinergie fra le politiche di promozione turistica e le azioni di politica estera sono individuati in questo protocollo come strumenti inscindibili per il successo delle iniziative italiane che puntano ad un alto profilo di realizzazione. Da qui, la necessità di un accordo sempre più stretto fra tutti gli attori che operano a sostegno della proiezione internazionale dell'Italia. Il ministro Frattini, in particolare, ha messo l'accento sulla sfida legata all'internazionalizzazione del mercato, che deve trovare una risposta organica su più versanti: prodotti, servizi, capitali, cultura.
Dossier "Protocollo d'intesa tra Ministero degli Esteri e Dipartimento del Turismo "

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I giovani protagonisti con il volontariato e l'impegno civico

Il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, ha reso operativo il Fondo per le Politiche giovanili, istituito al fine di promuovere l'arricchimento culturale, la formazione professionale l'accesso ad iniziative di volontariato ed impegno civico per i giovani, con l'istituzione di due bandi pubblici per la presentazione di progetti. Il Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili, costituito nel 2006 con una dotazione iniziale di 3 milioni di Euro, è stato fissato in 130 milioni annui dalla Legge Finanziaria per il triennio 2007 - 2009. Con Decreto del Ministro della Gioventù del 29 ottobre 2008, in coerenza con l'intesa raggiunta in conferenza unificata del 29 gennaio e l'accordo tra Ministro della Gioventù, UPI e ANCI del 16 ottobre 2008, sono stati predeterminati i criteri di ripartizione del fondo per l'anno 2008. E' stata destinata la somma di 55 milioni di euro al finanziamento delle azioni ed i progetti di rilevante interesse nazionale (accesso al lavoro, imprenditoria giovanile, accesso al credito, sostegno alle giovani coppie, volontariato e impegno civile, sostegno alla progettualità e creatività dei giovani, qualità ed eccellenza nella formazione e nel lavoro). La restante quota di 75 milioni di euro al finanziamento delle azioni ed i progetti destinati al territorio, individuati con le Regioni (60 milioni) e gli Enti Locali (15 milioni). L'individuazione, l'attuazione e il monitoraggio delle iniziative delle Regioni e delle Province autonome, da attuare con il cofinanziamento del fondo, vengono stabilite attraverso gli Accordi di Programma Quadro (APQ), che hanno per finalità quella di portare ad attuazione gli obiettivi indicati nell'intesa istituzionale. Differentemente gli interventi proposti da Province e Comuni sono indicati nelle Convenzioni sottoscritte dall'Anci individuate nell'accordo del 16 ottobre 2008, intercorso tra il Ministro della Gioventù, l'Upi e l'Anci.
Dossier "Operativo il Fondo per le politiche giovanili"

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Una sezione speciale dei carabinieri contro lo stalking

Il 16 gennaio 2009 è stato firmato dal Ministro della Difesa e dal Ministro per le Pari Opportunità un Protocollo d'intesa che intende realizzare un rapporto di collaborazione tra le parti per rendere più efficace sia l'azione di prevenzione e contrasto nei confronti di atti persecutori, violenti, sessualmente finalizzati o vessativi verso vittime vulnerabili, sia il raccordo tra i soggetti competenti ad intervenire. Punti programmatici stabiliti nel Protocollo: a) approfondire il fenomeno della violenza di genere attraverso studi e ricerche di settore ed aggiornare le strategie di prevenzione e contrasto, attraverso collaborazioni con la comunità scientifica ed avvalendosi di un apposito archivio per le analisi; b) fornire un qualificato intervento di supporto ai reparti dell'Arma dei Carabinieri; c) accrescere formazione e addestramento nel settore del personale dell'Arma dei Carabinieri; d) incrementare l'efficacia delle iniziative promosse dal Dipartimento per le Pari Opportunità e da altri attori Istituzionali e sociali con modalità di raccordo tra le rispettive componenti; e) favorire la partecipazione dei Comandi territoriali alle iniziative di collaborazione interistituzionali sviluppate a livello provinciale. Il Protocollo d'intesa ha durata biennale (si intende tacitamente rinnovato salvo formale disdetta) ed è sempre suscettibile di integrazioni o modifiche, per nuovi aspetti che possono emergere nel corso della collaborazione o per l'esigenza di meglio precisare strumenti e modalità di collaborazione.

Dossier "Stalking, firmato protocollo d'intesa "

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Aperte le iscrizioni per il prossimo anno scolastico

Con la circolare n.4 del 15 gennaio 2009 il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha fornito indicazioni e precisazioni per le iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado. Termine di scadenza per le iscrizioni è il 28 febbraio 2009. Possono richiedere l'iscrizione alla scuola dell'infanzia le bambine e i bambini che abbiano compiuto o compiano, entro il 31 dicembre 2009, il terzo anno di età. Possono, inoltre, essere iscritti i bambini che compiono tre anni entro il 30 aprile 2010, ma per questi ultimi la possibilità è subordinata alla disponibilità di posti e ad una valutazione pedagogica del collegio dei docenti. Per i bambini che compiono i sei anni entro il 31 dicembre 2009 c'è obbligo di iscrizione alla prima classe della scuola primaria. Sono soggetti all'obbligo di iscrizione alla scuola secondaria di I grado gli alunni che terminano nel 2008-2009 la scuola primaria con esito positivo. All'atto dell'iscrizione genitori e studenti firmano il Patto educativo di corresponsabilità, finalizzato a definire diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica, studenti e famiglie. Per quanto riguarda la scuola secondaria di II grado, poichè i nuovi assetti dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali andranno in vigore dall'anno scolastico 2010-2011, sono confermati per l'anno scolastico 2009-2010 i percorsi dei licei, dell'istruzione artistica, dell'istruzione tecnica e dell'istruzione professionale previsti dagli attuali ordinamenti. Gli studenti che nel presente anno scolastico concluderanno con esito positivo il primo ciclo di istruzione, in base alle norme sull'assolvimento dell'obbligo di istruzione, devono iscriversi alla prima classe di un istituto secondario di II grado o a frequentare un percorso di istruzione e formazione professionale. Anche in questo caso è richiesta la sottoscrizione del Patto educativo di corresponsabilità.
Dossier "Iscrizioni all'anno scolastico 2009/2010 "

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Diritto alla vita, il rapporto Unicef sulla condizione dell'infanzia

Il 15 gennaio 2009 è stato presentato a Roma, nella sede nazionale dell'Unicef Italia, dal Presidente Spadafora e dal Ministro per le Pari Opportunità, Carfagna, il Rapporto Unicef 2009, "La condizione dell'infanzia nel mondo", da cui emerge la connessione esistente tra salute e vita delle mamme e dei loro neonati, povertà e mortalità, rispetto dei diritti della donna e tassi di sopravvivenza di madre e bambino. Nel mondo in via di sviluppo, il rischio di mortalità materna è mille volte superiore a quello che corrono le donne nei Paesi industrializzati. I dieci paesi con il più alto rischio di mortalità materna sono: Niger, Afghanistan, Sierra Leone, Ciad, Angola, Liberia, Somalia, Repubblica democratica del Congo, Guinea-Bissau, Mali. Dal 1990 ben 10 milioni di donne sono morte per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, e circa 4 milioni di neonati sono morti ogni anno nei primi 28 giorni di vita. Il Rapporto identifica gli interventi da applicare su larga scala per salvare vite umane quanto più possibile: infatti, la maggior parte delle morti materne e neonatali possono essere evitate attraverso interventi provati (nutrizione adeguata; migliori pratiche igieniche; cure antenatali; personale qualificato durante il parto ecc.), forniti attraverso una continuità di assistenza in grado di collegare famiglie e comunità al sistema sanitario. Gravidanza e maternità precoci, infine, mettono a serio rischio la salute delle ragazze. Più giovane è la ragazza rimasta incinta, maggiori sono i rischi per lei e suo figlio. Oltre tutto, matrimoni e gravidanze precoci, HIV e AIDS, violenza sessuale e altri abusi legati al genere aumentano anche il rischio che le ragazze abbandonino la scuola, per cui si stabilisce il circolo vizioso della discriminazione di genere, la povertà, e gli alti tassi di mortalità materna e infantile.
Dossier "Rapporto UNICEF sulla condizione dell'infanzia nel mondo "

 
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